Descrizione
Il Castello
Costruito in epoca normanna su di uno sperone roccioso nel punto più alto del centro antico, i ruderi dell’attuale edificio sono anteriori al 1418, anno in cui il maniero fu semidistrutto da uno spaventosa incendio provocato dalla truppe di Filippo Filangieri, che segnò anche il definitivo abbandono della dimora signorile fortificata.
Del castello, a pianta trapezoidale, sono visibili ancora lunghi tratti delle cortine murarie con leggero basamento scarpato e resti delle quattro torri di forma quadrangolare poste agli angoli del forte.
Vi si accede attraverso una lunga scala di un’abitazione privata addossata lateralmente alla fabbrica.
Palazzo del Giudice
Palazzo del Giudice Il fabbricato Del Giudice, posto all’ingresso del paese, è tra i più interessanti palazzi del centro del paese ed è situato nei pressi del Palazzo Filangieri di Candida, vincolato ai sensi della L. 1089/39. Il palazzo in questione consta di due piani fuori terra dei quali quello terreno è adibito a depositi e quello superiore, al quale si giunge tramite una elegante scala, è adibito ad abitazione. Un passaggio situato al primo piano permette il collegamento tra il palazzo del Giudice e l’adiacente Cappella di famiglia, dedicata alla Madonna della Speranza, alla quale è intestata anche la piazza antistante il palazzo e la cappella. In origine il palazzo era proprietà della famiglia De Joanna avi della sig.ra Maria De Jovanna, moglie del sig. Luigi Del Giudice. Il fabbricato edificato all’inizio del XIX sec. Ha una composizione architettonica molto semplice, nonostante la notevole accoglienza della casa.
Palazzo Filangieri
La costruzione, a due piani,risale agli inizi del XV secolo ed ha la facciata caratterizzata da una loggetta, sorretta da piccole colonne, sporgente in avanti.
Attraverso un arco voltato a botte si accede ad una scala che conduce al piano superiore.
Villa d'Amore
Ubicata sulla via che conduce a Montelfalcione, l’edificio di proprietà D’Amore Trerotola era una vecchia casina di villeggiatura o di caccia dei principi Caracciolo di Avellino. Si sviluppa su tre livelli di cui l’ultimo è occupato da una caratteristica torre colombaia, ricavata su tutto il volume della loggia e decorata con tre listoni mistilinei in stucco, quello centrale a vera luce, i laterali ciechi. Il tetto ad ombrello del torricino, in coppi napoletani, si raccorda con il colmo dell’ampio tetto a tre falde spioventi dell’intera costruzione.
Il fabbricato presenta una rigorosa simmetria assiale che corre al 1° livello dal centro dell’androne d’ingresso alla stalla – carrozzeria di fondo e attraversa i due saloni principali della residenza al 2° livello. Questo impianto classico del gusto barocco, anche se di una pulizia molto cinquecentesca, è accentuato orizzontalmente dalla prospettiva a cannocchiale arco d’ingresso – androne – carrozzeria – finestre di fondo piano terra, tipica del gusto settecentesco squisitamente meridionale. Planimetricamente possiamo assimilare l’intera costruzione ad un rettangolo abbastanza regolare movimentato da sporgenze laterali e sul fronte principale che, oltre a denunciare particolari ambienti della villa, diversificano la pianta.
Le facciate della costruzione, di linee essenziali e senza alcuna decorazione, sono di un’elegante semplicità e rigorosamente simmetriche su ogni fronte principale e l’unico elemento di spicco è costituito dal torrino – colombaia del prospetto principale e dal balconcino del salone rettangolare, sul prospetto posteriore. Gli infissi esterni, in cattivo e pessimo sto di conservazione, alcuni sono andati persi, sono di accurata fattura barocca. Numerose “saiettere” sono poste perimetralmente alla costruzione, al 1° piano, per far si che i residenti potessero difendersi se minacciati. La costruzione conserva ancora parte dello spartano intonaco originario, con fascioni lisci intorno alle finestre del 1° piano. La costruzione di soli due livelli fuori terra accoglieva al p.t. gli ambienti di servizio alla residenza come l’ampio androne d’ingresso, con volte a botte strutturale. Ai lati dell’androne si sviluppano frontalmente ed in modo simmetrico, due scale che conducono al salone centrale al 1° livello.
Le scale con sviluppo a c hanno i gradini monolitici completamente in calcare con bordo arrotondato. Al di sotto della scala, tramite due passaggi ad arco si accedeva alle cucine della villa, poste anche esse simmetricamente all’asse centrale e prospettanti, sul fronte principale della costruzione. Sempre dai sottoscala si passa in due bassi ambienti posti lateralmente la stalla – carrozzeria centrale che in origine dovettero servire da pollai o depositi perle cucine. Sono illuminati da ampie finestre che si aprono sul fronte posteriore. Al disotto di questi ambienti ed accessibili solo dall’esterno, vi sono le stalle con le mangiatoie sul fondo ed il pavimento in pendenza per la pulizia dell’ambiente. Le stalle sono illuminati da finestroni rettangolari con grata metallica e contornati da una spessa cornice in calcare bianco. Al primo piano si sviluppa l’appartamento padronale con un ampio salone d’ingresso ricco di decorazioni tra cui lo stemma dei proprietari, ancora in sito ed un secondo salone con gli infissi originari del settecento in legno lavorato con pannelli pieni e dipinti da motivi floreali. In pessimo stato di conservazione ed andati in parte perduti. La controsoffittatura lignea originaria è stata rimossa perché in cattivo stato e pericolante. Gli altri ambienti di questo livello sono le stanze da letto due delle quali si affacciano sul fronte principale, lateralmente al torrino centrale.
L’assenza di camini nella casina, tranne che uno, testimoniano che l’alloggio era usato solo per un certo periodo dell’anno, l’estate. La statica del fabbricato, non eccellente nel suo complesso può definirsi discreta nelle parti strutturali verticali (muri perimetrali e di spina) anche se presenta alcune lesioni diffuse ed ampi tratti ove è caduta la malta fra i conci sbazzati della muratura. I solai intermedi, tutti in legno, tranne la volta dell’androne, sono tutti in pessimo stato, e vanno sostituiti. Anche la copertura, parzialmente crollata nel salone d’ingresso, è ampiamente fatiscente e dissestata in più punti. Lesioni diffuse e distacchi fra i conci in pietra dura sono presenti in tutto il torrino di facciata che andrebbe smontato e rimontato.